Cronache
2013, marzo. Un nuovo sorriso di Asai sensei - La tecnica
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Le lezioni del maestro Asai iniziano sempre con una serie di esercizi preparatori - aikitaiso - ove non si ricerca la posizione estrema ma "semplicemente" quella corretta.
Quella che permette al corpo, alla mente ed allo stato d'animo di predisporsi al meglio per la pratica.
Come sempre la didattica tradizionale giapponese predilige il metodo di apprendimento basato sulla esposizione del movimento corretto, abbracciato ed assimilato dal discepolo con uno sguardo "a volo d'uccello" accantonando le analisi logiche, soggette ad errori di metodo o di valutazione e che comunque ritarderebbero l'esecuzione anche quando esatte.
Il momento dell'analisi e della comprensione logica è però solamente collocato in una sequenza temporale diversa. Non è assolutamente ritenuto inutile, tantomeno dannoso. In questo seminario il maestro Asai ha richiesto frequentemente di analizzare taiso e tecniche.
I corretti ashisabaki (spostamenti sul tatami) e taisabaki (movimenti del corpo) sono la base del passaggio dalle tecniche statiche di preparazione a quelle dinamiche di pratica dell'arte.
Gli esercizi di kkyo undo non mancano mai nelle sequenze preparatorie del maestro. Si tratta come sanno tutti coloro che frequentano i suoi seminari di una modalità di esecuzione per alcuni versi particolare.
Il maestro tuttavia, pur richiedendo una aderenza completa a quanto da lui richiesto, non ha alcun timore delle "differenze" di impostazione e ne parla con assoluta naturalezza: in questo modo esegue questa tecnica o questo spostamento Tada sensei, in questo modo invece lo eseguiva o sensei Ueshiba Morihei, in questo modo lo eseguiremo oggi.
La prima giornata del seminario è dedicata a tecniche su presa katatetori gyakuhanmi. Partendo dalla esecuzione canonica di uchikaiten nage si presenterà l'occasione per numerose varianti che metterano in luce altrettante prospettive didattiche.
Non manca né poteva mancare la consueta cura meticolosa riservata al lavoro di uke.
E' facile che il praticante assuma posizioni antifisiologiche, sia per il naturale decadimento dovuto all'età sia per una assuetudine alle tecniche che non riesce a divenire assimilazione per un comprensibile ma comunque nocivo calo di concentrazione.
Diviene allora compito di uke l'esecuzione della tecnica secondo modalità che guidino uke verso la posizione corretta.
Uchikaiten nage in esecuzione ura.
Quest'angolo di ripresa permette anche di apprezzare come l'azione di tori determini la postura di uke e lo conduca poi ai movimenti necessari per la continuazione e la conclusione della tecnica.
Oltre alla esecuzione in proiezione (nage) della tecnica uchikaiten il maestro ha mostrato nei dettagli anche il relativo controllo a terra (udegarami).
Anche qui uke deve essere indotto ad assumere la posizione più vantaggiosa, dove vengono massimizzati gli effetti benefici per il corpo ma viene eliminata ogni possibilità di ulteriore comportamento aggressivo, mentre tori mantiene il pieno controllo della situazione.
Non verrà mai ripetuto abbastanza: anche nei momenti di maggiore impegno il contagioso buonumore del maestro fa la differenza.
La prima giornata di studio si conclude con una variante di uchikaiten nage (applicabile ovviamente anche alla esecuzione con rotazione esterna sotokaiten).
E' molto interessante, oltre al suo valore intrinseco, come testimonianza tangibile del lungo percorso che il fondatore Ueshiba Morihei ha fatto compiere alla sua arte, per tramandare intatta l'eredità delle tecniche di combattimento - bujutsu - all'interno dei nuovi metodi formativi - bushidô - che ne presero il posto a partire dall'inizio dell'epoca Meiji (1868).
La tecnica kaiten nage può terminare come abbiamo già visto sia con una proiezione (nage) che con un controllo a terra (osae) mediante una leva sul braccio (ude garami).
E' possibile tuttavia anche continuare la ruotazione della colonna vertebrale di uke fino a farlo uscire dalla presa senza obbligarlo alla caduta, come se fosse un gioco.
Continuando però la rotazione senza lasciare la presa, eseguendola per intendersi come se si avesse in mente uno shihonage ura, si obbliga uke ad una caduta all'indietro dalle conseguenze quasi sicuramente rovinose, o si può deliberatamente decidere di impedirgli la caduta provocandogli una inevitabile lussazione delle vertebre cervicali. Per motivi immaginabili non presentiamo immagini o spiegazioni di queste modalità esecutive.
Che possono però - perfino - essere interpretate ed eseguite come una benefica forma di ginnastica controllata, rivolta a mantenere in efficienza la colonna vertebrale di uke.