Scritto da Michelangelo Stillante

Momiji Gari , ovvero la Caccia alle foglie d'Autunno.

Garde Italy s.rl. – Milano – 27 Novembre 2014

Con il passare imperturbabile del tempo, inevitabilmente ogni anno godiamo di momenti unici e allo stesso tempo ripetibili. Ma non per questo meno affascinanti.

 

 

 

Parlando di Giappone e giapponesi due momenti caratterizzanti della vita di questo popolo dalla cultura così complessa sono il primaverile Hanami ( 花見 ) in cui gli abitanti del Sol Levante godono della bellezza delle fioritura degli alberi e in particolare di quella del sakura, il ciliegio, e l'autunnale Momiji-gari ( 紅葉狩 ).

In questo periodo i nipponici, con lunghe passeggiate nei boschi, contemplano il "canto del cigno", l'ultima vampata di vita dell'Acero giapponese in cui quest'ultimo colora di rosso fuoco le sue foglie per poi farle morire e addormentarsi lui stesso per il periodo invernale e risvegliarsi infine con nuovo vigore in primavera.

 

Fioritura e sfioritura, vita e morte, due concetti che nella cultura nipponica sono legati a doppio filo e fanno parte, senza soluzione di continuità, dello stesso ciclo di madre natura. Per cui anche la morte viene considerata come un passo necessario da compiere su questa terra e quindi viene doverosamente considerato e festeggiato.

Momijigari ( 紅葉狩 ), tradizione che sembra abbia avuto origine durante l'era Heian, è una parola composta formata da momiji ( 紅葉 ), "foglie rossicce" oppure "acero" e kari ( 狩り) "caccia", e indica la tradizione di dirigersi in un luogo in cui le foglie degli alberi d'autunno siano divenute rossicce, al fine di contemplarle.

 

 

Foglie degli alberi d'autunno, ma, per essere più precisi, foglie dell'Acer Japonicum, facente parte della famiglia dell'Acer Palmatum, più piccolo rispetto il suo parente canadese e presente anche in Corea, Cina, Taiwan, con foglie più strette e affusolate.

Così come per Hanami e il suo culmine di fioritura, anche per Momijigari vengono fatte previsioni molto accurate sul Koyo, cioè sul tempo delle variazioni climatiche e sul momento della colorazione massima delle foglie.

Quantità di sole, sbalzi di temperatura e umidità stagionale, con particolare attenzione posta agli eventi uggiosi perchè l'umidità rende le foglie più rosse e perché questa evita che le foglie si secchino in fretta rallentando così la loro caduta. Sono tutti elementi che vengono presi in considerazione per godere in pieno di questo periodo mozzafiato che anche con il più distratto turista sarebbe oggetto di una lunga serie di fotografie.

Da nord a sud, da est a ovest, tra le città maggiormante famose per questo evento possiamo sicuramente citare Tokyo, Osaka, Kyoto, Nara, Wakayama, Yamaguchi.

I luoghi ideali sono certamente i boschi ma anche i grandi parchi e i templi buddisti e scintoisti di ogni città che, solitamente chiusi, spesso aprono al pubblico appositamente per far godere di questi momenti.

Ma non si possono dimenticare anche i vari ryokan (locande) all'aperto, magari nel bel mezzo di un bosco o vicino ad un ruscello o ad una cascata.

 

 

 

 

Con questo appuntamento dedicato al momijigari si è chiuso per il 2014 il ciclo riservato dall'azienda nipponica Garde Italy Srl ad alcuni degli eventi stagionali di maggior risalto nella cultura giapponese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora una volta il personale addetto al servizio ha fatto il meglio per immergere gli ospiti invitati in una gradevole atmosfera autunnale, anche effettuando più e più comparse servendo tutto il meglio di quello che la cucina nipponica di questo periodo potesse offrire.

Parafrasando il detto "paese che vai, usanza che trovi", qui possiamo dire "stagione che arriva, cucina t'ispira".

Tra i piatti tipici del periodo e senza voler escludere gli altri se non per motivi di spazio, vorrei citare il sanma, un luccio sauro del Pacifico (Cololabis saira) della famiglia degli Sgomberisocidi.

Pescati in questa stagione sono ricchi di grasso per affrontare la stagione fredda invernale e quindi decisamente appetitosi.

Grigliato o crudo, accompagnato da rapa grattuggiata e peperoncino o succo di sudachi (una variante di cedro giapponese), o dopo averlo leggermente scottato dalla parte del dorso e quindi unito al riso o meno, preparato quindi come ingrediente di un piatto sushi o sashimi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ambiente era addobbato per l'occasione e la cura dei particolari è stata ancora una volta, come la precedente, affidata alla Aoyama Design Forum che ha preparato l'evento attribuendogli il titolo: "Japanese Food Culture Introductory – the Momigi Gari (Coloured leaves festival) " e curando l'esposizione di diverse varietà di tè, utensili da cucina, modelli della cucina nipponica, e persino di un albero opportuno per l'occasione.

 

 

 

 

 

 

Vorrei ringraziare le persone che mi hanno permesso ancora una volta di godere dell'evento ed in particolare Sawako Nakazawa, mia amica personale, Yukio Ishiyama, Okada Kana e il Presidente di Garde Italy , Hiroshi Fukuizumi e faccio dono a tutti del seguente haiku, opera del massimo esponente nipponico di quest'arte, monaco zen e poeta, Matsuo Bashō, vissuto nella seconda metà del XVII° secolo.

 

この道や 行く人なしに 秋の暮れ

Kono michi wa yuku hito nashi ni aki no kure

 

Sera d'autunno

nemmeno un viandante

lungo la strada

 

Matsuo Bashō (1644-1694)