Remembering o-sensei

Living and training with Morihei Ueshiba, Founder of Aikido

Edited by Susan Perry

Shambala 2002

 

Non è un libro tecnico nel senso più stretto della parola, ma è comunque un testo interessante sia per i cultori di arti marziali in genere sia per i praticanti di aikido desiderosi di conoscere qualcosa di più sulla personalità del grande maestro (o sensei) Morihei Ueshiba, il fondatore dell'aikido.

Non si tratta dell'ennesima biografia, ma di una serie di testimonianze rese da persone che lo hanno conosciuto, ed è bene che queste memorie siano state fissate sulla carta ora che diversi decenni sono passati dalla sua scomparsa.

Nella breve prefazione Moriteru Ueshiba, attuale doshu, così auspica: " Sono sicuro che questo libro aiuterà la gente a comprendere propriamente e profondamente lo spirito del'aikido insegnato dal Fondatore. E' mia sincera speranza che questo libro abbia una influenza positiva sui praticanti di Aikido sparsi nel mondo."

L'aikido è - come ricorda l'editrice del libro - un'arte in costante evoluzione. E' quindi particolamente importante ritornare spesso a riflettere sulle sue origini e sulle intenzioni del grande maestro che lo ha fondato, per non correre il rischio di involuzioni piuttosto che evoluzioni. Secondo la tesi riportata nella premessa Morihei Ueshiba era allo stesso tempo un insegnante gentile ed appassionato al suo lavoro e un guerriero forte e spietato, e questa apparente contraddizione interna rende affascinante lo studio del suo percorso di vita.

Finiscono qui le opinioni di chi non ha avuto la ventura e la fortuna di conoscere il Fondatore, ed iniziano le testimonianze di chi ha condiviso con lui parte della propria vita. Il primo narratore è il maestro Kenshiro Abe, il primo ad introdurre l'aikido in Europa, dopo che nel 1957 il Fondatore informò per lettera i suoi discepoli residenti all'estero che erano autorizzati ad insegnare quanto sapevano.

Abe era allora un giovane campione di judo, orgoglioso della sua fama, e non riconobbe la persona anziana che sedeva di fronte a lui nello scompartimento del treno, fissandolo con attenzione e chiedendogli se si erano già conosciuti. Saputo di avere di fronte il campione assoluto di judo del Giappone il vecchio - che era naturalmente Morihei Ueshiba - attaccò a parlare, nonostante la reticenza di Abe che alla fine gli chiese esplicitamente di starsene zitto per farlo riposare prima della gara. Sorprendentemente Ueshiba replicò che si sarebbe azzittato immediatamente se Abe fosse riuscito a rompergli il mignolo, che gli offerse. Il resto è prevedibile: atterrato senza sapere come, Abe si scusò e chiese di essere ammesso a ricevere l'insegnamento di o-sensei. che seguì incessantemente per circa 10 anni.

Non mancano nel libro testimonianza, più o meno lunghe, di personaggi che hanno fatto la storia dell'aikido e delle arti marziali moderne: Minoru Mochizuki, Morihiro Saito, Shoji Nishio, Shigenobu Okumura, Uiichi Nakaguchi, Nobuyoshi Tamura e troppi altri per menzionarli tutti.

La più inconsueta probabilmente è quella di Ayako Ishiwata, della ditta Iwata che tradizionalmente fornisce l'Hombu Dojo e la famiglia Ueshiba di keikogi, hakama e quanto altro serve per la pratica. Era la prima volta in vita sua che incontrava il maestro: da tanti anni cuciva i keikogi, ma senza sapere assolutamente nulla di lui: si trovava lì per una consegna e solo per caso arrivò durante l'orario della lezione. L'attenzione ed il rispetto che gli portavano gli studenti erano impressionanti perlomeno quanto il suo aspetto e la sua postura. Era temibile sul tatami, gentile ed affabile al di fuori.

Il libro ovviamente è in inglese, ma vale la pena di un po' di sforzo.