Se in Svizzera è arrivato negli anni 70 a consolidare un movimento aikidoistico già avviato, in Italia Ikeda Masatomi fu un pioniere. Arrivò su richiesta di Tada sensei nel 1965 o forse 1966 e io lo incontrai casualmente appena arrivato, il primo giorno che si recò al Ueshiba Morihei Dojo in Roma. Era arrivato un po' in anticipo (le chiavi del dojo le avevo io) e in attesa si era seduto sul marciapiede facendo amicizia con gli allievi già sul posto. Aveva all'epoca circa 26 anni, essendo nato l'8 aprile 1940.
Incontrai Kitaura Yasunari (Yasufusa secondo una pronuncia alternativa) negli anni 70 ai seminari estivi dell'Aikikai d'Italia che erano frequentati praticamente da tutti i maestri presenti in Europa oltre a ospiti occasionali provenienti dal Giappone. Occasioni irripetibili di ricevere lezioni oltre che da Tada sensei - che aveva iniziato queste occasioni di incontro nel 1968 al Lido di Venezia, con la costante collaborazione di Giorgio Veneri - da personaggi che solo al nominarli possono far venire i brividi.
Molti anni fa una "lezione" del Dojo Centrale di Roma si tenne al cinema... andammo in massa a vedere Kagemusha, uno dei capolavori di Akira Kurosawa. Hosokawa sensei per la verità criticò un po' l'eccessiva spettacolarizzazione della trama ma rimarcò che la scena che ci aveva lasciato più perplessi era quella dove emergeva in modo più palese la tradizione giapponese: la scena ove Oda Nobunaga, informato della morte di Takeda Shingen, estrae il suo ventaglio e canta.
Alcuni lo chiamavano Giorgione, alludendo certamente alla sua statura di 198cm ma anche, senza darlo troppo a vedere per non incorrere negli strali della sua sempre micidiale ironia, alla sua grande statura umana.