Incontrai Kitaura Yasunari (Yasufusa secondo una pronuncia alternativa) negli anni 70 ai seminari estivi dell'Aikikai d'Italia che erano frequentati praticamente da tutti i maestri presenti in Europa oltre a ospiti occasionali provenienti dal Giappone. Occasioni irripetibili di ricevere lezioni oltre che da Tada sensei - che aveva iniziato queste occasioni di incontro nel 1968 al Lido di Venezia, con la costante collaborazione di Giorgio Veneri - da personaggi che solo al nominarli possono far venire i brividi.
Molti anni fa una "lezione" del Dojo Centrale di Roma si tenne al cinema... andammo in massa a vedere Kagemusha, uno dei capolavori di Akira Kurosawa. Hosokawa sensei per la verità criticò un po' l'eccessiva spettacolarizzazione della trama ma rimarcò che la scena che ci aveva lasciato più perplessi era quella dove emergeva in modo più palese la tradizione giapponese: la scena ove Oda Nobunaga, informato della morte di Takeda Shingen, estrae il suo ventaglio e canta.
Alcuni lo chiamavano Giorgione, alludendo certamente alla sua statura di 198cm ma anche, senza darlo troppo a vedere per non incorrere negli strali della sua sempre micidiale ironia, alla sua grande statura umana.
Sono trascorsi oggi 8 anni dalla scomparsa di Fujimoto sensei. Se è scomparso dal mondo della materia è però sempre presente nelle nostre menti e perfino nel nostro corpo, attraverso quel poco o quel tanto, entrambi hanno la medesima dignità, che siamo riusciti ad assorbire del suo insegnamento.