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Il gruppetto  degli irriducibili seguaci di Uchida è riuscito a fare le cose in grande: un numero inverosimile di ex allievi, amici, ammiratori, personalità di spicco, è riunito per il sessantunesimo compleanno del professore.

E qui diremo di nuovo, non vi preoccupate perché è l'ultima volta, che allora non poteva averne compiuti sessanta nel 1943.

E' anche la prima riunione del Maadakai. Takayama, che la presiede, chiede ad Uchida un discorso. Sarà imprevedibile, come al solito. Ma probabilmente è proprio quello che tutti attendono, pregustandone il piacere.

 

 

Uchida gioca sull'equivoco: il nome dell'associazione può anche essere interpretato come "Sei pronto?", domanda che ricorre spesso in alcune cantilene infantili, a cui lui intende rispondere cantando Madadayo! (Non sono pronto!).

Non è ancora pronto per l'addio alla vita. Lo sarà un giorno, ma rassicura gli astanti: il suo medico personale, il dottor Kobayashi (Takeshi Kusaka) che siede alla sua destra e il reverendo Kameyama (Asei Kobayashi) alla sua sinistra, quando sarà arrivato il momento si prenderanno cura del suo corpo e della sua anima.

In questo momento però intende dedicarsi soprattutto al monumentale boccale di birra che ha davanti, vuotandolo tutto di un sorso ed esclamando alla fine Madadayo! E chiede che questo rituale venga ripetuto ogni anno.

 

Non sarà facile: gli astanti seguono col fiato sospeso, da destra e da sinistra...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma il professore gliela fa! Madadayo!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il seguito della festa è un continuo alternarsi di momenti solenni e di divertimenti golardici.

Kurosawa con una punta di sadismo non ce ne risparmia alcuno.

Sicuramente è ben consapevole che rivedere il divertimento altrui lascia un senso di estraneità, eppure momenti del genere hanno fatto parte della vita di ognuno di noi, e sono sicuramente tra quelli di cui abbiamo un ricordo più vivo e più duraturo, quelli che raccontiamo più spesso.

 

 

 

 

Dobbiamo segnalare un inconsueto omaggio al professore, che oltre a costituire uno dei momenti più surreali dell'opera, ha un suo signifcato che se non spiegato sfuggirebbe alla maggioranza degli spettatori.

Al momento in cui tutti i convitati sono invitati a pronunciare un discorso, c'è chi si limita ad un Banzai!!!, chi tenta di articolare qualcosa di solenne.

Uno dei partecipanti, un pingue ometto dall'aria gioviale, confessa immediatamente di non essere la persona più adatta a fare discorsi, ma di voler ugualmente onorare il professore in qualche modo.

 

 

Reciterà quindi l'elenco di tutte le stazioni ferroviarie del Giappone! Solo gli espressi, propone preoccupato Uchida? No, risponde implacabile il suo ex allievo: anche le stazioni locali.

E, tra la costernazione generale e la fuga dei vicini di posto, per tutta la durata della festa rimane impassibile al suo posto snocciolando l'interminabile elenco.

Tutto questo ha una ragione: il professor Uchida era conosciuto anche come uno dei maggiori rail fan del Giappone; era insomma un appassionato di treni e dei viaggi in treno.

 

 

Il resto: chunque abbia partecipato ad una festa del genere lo può immaginare.

Basteranno le poche immagini che vedete per rendere l'idea.

 

 

 

 

 

 

 

 

La festa volge ormai al termine. Chi se n'è andato, chi è crollato. Perfino lo stakanovista delle stazioni ferroviarie sta terminando il suo improbo compito.

Ma ci sarà un nuovo appuntamento per l'anno seguente, e per tutti quelli a seguire. Nella speranza che il professor Uchida continui per sempre a gridare Madadayo!